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Agevolazioni fiscali start up estese a PMI innovative: l’investment compact approvato dal Governo

E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri del 20 gennaio 2015 L’ Investment Compact.

Dalla Dott. Esmeralda Trogu, referente del network www.consulentiaziendaliditalia.it, le ultime novita per start up ed imprese innovative approvate ieri dal governo.

La misura più importante è sicuramente la Riforma delle banche popolari, che quando raggiungono determinate dimensioni (è il caso dei primi dieci istituti italiani) si trasformano in Spa, società per azioni, mentre oggi sono cooperative.

Ma ci sono anche altre norme importanti:
-portabilità dei conti correnti,
-potenziamento dei finanziamenti alle imprese, e alle PMI ,attraverso canali diversi da quello bancario,
-riforma della SACE che potrà effettuare credito diretto alle imprese,
-potenziamento del patent box

In pratica, come spiega il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il Governo intende sostenere maggiormente «non solo le start up, ma anche le PMI con carattere innovativo», estendendo loro il relativo regime di agevolazioni fiscali.

Quali sono i requisiti per accedere alle facilitazioni?
1) le PMI devono essere non quotate in borsa,
2) avere bilancio certificato,

Incentivi alle PMI “innovative”
Si introduce la nuova figura delle “PMI innovative”, con iscrizione in apposita sezione del registro imprese, nei confronti delle quali troveranno applicazione le agevolazioni previste per le start up innovative. Per essere considerate “innovative”, le PMI dovranno rispondere ai seguenti requisiti: sostenere spese in ricerca e sviluppo in misura pari o superiore al 3% del maggior valore tra fatturato e costo della produzione; impiegare personale altamente qualificato (es. dottori di ricerca) in misura almeno pari a un quinto della forza lavoro complessiva; ovvero risultare titolari, depositari o licenziatari di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale.

    Importante:

Alle PMI innovative si applicano le agevolazioni fiscali riservate alle start up innovative, ma non le norme particolari relative al diritto fallimentare e nemmeno quelle sui contratti di lavoro.
Portabilità conto corrente

Questa è in realtà una misura che riguarda tutti i consumatori, non solo le imprese, e riguarda la completa portabilità dei conti correnti. Il trasferimento di un conto corrente da un istituto all’altro è completamente a carico della banca o dell’istituto finanziario, sia dal punto di vista burocratico sia da quello economico.

    Patent box

Viene potenziato il “patent box“, la tassazione agevolata per i redditi che derivano dall’utilizzo di beni immateriali (marchi, brevetti, opere dell’ingegno). Introdotto in Italia dalla Legge di Stabilità 2015, viene ora esteso anche ai marchi commerciali. Ci sono requisiti richiesti, ad esempio in materia di ricerca e sviluppo.

    Credito alle imprese

La SACE oltre al credito all’esportazione potrà finanziare direttamente le imprese, costituendosi come banca, su autorizzazione della Banca d’Italia. Un modello simile come Francia e Germania, che secondo le stime del Governo dovrebbe liberare circa 12 miliardi in più di finanziamenti a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese. Viene poi estesa agli investitori esteri (se operano in paesi white list) la possibilità di fare credito alle imprese con esenzione della ritenuta.

Infine, è prevista la costituzione di una Società di servizio per la ristrutturazione, il riequilibrio finanziario e il consolidamento industriale di imprese italiane in difficoltà patrimoniali e finanziarie, ma con buone prospettive industriali ed economiche. La differenza principale rispetto ad altri istituti simili, come la Cassa Depositi e Prestiti, è relativa al fatto che non è richiesto di essere in utile. La società avrà un capitale sottoscritto da investitori istituzionali e professionali attraverso l’emissione di azioni.

Rinviato ad un prossimo provvedimento, infine, il restyling del Fondo centrale di garanzia, che stando alle ultime bozze avrebbe dovuto essere esteso anche alle cartolarizzazioni, con l’allargamento della platea di soggetti cui è possibile concedere la garanzia, anche alle imprese di assicurazione e agli OICR.

Come aumentano le aliquote IVA con la nuova Legge di Stabilità 2015

Spazio dedicato all’ Dott. Stefano Bonaldo, referente del network www.consulentiaziendaliditalia.it per la provincia di Venezia, che ci illustra cosa cambierà per quel che riguarda le aliquote IVA.

Fra le novità della Legge di Stabilità 2015 vi è una disposizione nella quale viene previsto che, salvo che non venga reperita una differente copertura nel corso del 2015, le attuali aliquote iva del 10% e del 22% verranno aumentate.

In particolare:

a) l’aliquota IVA del 10% è incrementata di due punti percentuali a decorrere dal 1/1/2016 e di un ulteriore punto percentuale dal 1/1/2017;

b) l’aliquota IVA del 22% è incrementata di due punti percentuali a decorrere dal 1/1/2016, di un ulteriore punto percentuale dal 1/1/2017 e di ulteriori 0,5 percentuali dal 1/1/2018.

Dal 1/1/2018, inoltre, l’aliquota dell’accisa su benzina e gasolio usato come carburante vengono aumentate in misura tale da determinare maggiori entrate per 700 milioni di euro all’anno.

Le suddette misure, tuttavia, potranno essere sostituite, in tutto o in parte, da provvedimenti normativi che assicurino gli stessi effetti positivi di finanza pubblica.

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La segregazione patrimoniale dei beni con il trust

Spazio dedicato all’ Avv. Vanessa Novelli, referente del network www.consulentiaziendaliditalia.it per la provincia di Ascoli Piceno, che ci illustra l’istituto giuridico del TRUST

E’ un negozio giuridico con il quale il disponente trasferisce i beni di sua proprietà al
trustee (gestore), al quale verranno intestati,che li dovrà amministrare nell’interesse
dei beneficiari.

L’effetto è la segregazione patrimoniale dei beni in trust,separati e distinti rispetto al
patrimonio del disponente,del gestore e dei beneficiari con la conseguenza che i
creditori di tali soggetti non potranno aggredire i beni in trust.

Vi può essere anche la figura del protector o guardiano con poteri o gestionali o
dispositivi.

Occorre distinguere tra :

a)atto di dotazione, attraverso il quale vengono trasferiti al
trustee,che deve accettare, determinati beni ,se immobili occorre la forma scritta,è
necessaria la congruità tra scopo e dotazione,in quanto una eventuale attribuzione
eccessiva rispetto allo scopo potrebbe rivelare un intento elusivo con conseguente
dichiarazione di frode o simulazione e quindi nullità del trust;l’atto deve essere
trascritto e vengono utilizzate le norme di cui al codice civile relativamente alle
modalità della pubblicità del trasferimento dal disponente al trustee, mentre, per
quanto riguarda le modalità per rendere opponibile il vincolo,si ritiene,in via
maggioritaria, si possa procedere alla trascrizione in capo direttamente al trust-al
quale viene attribuito un nome ed un codice fiscale-quale soggetto a favore,
menzionando il nominativo del trustee nel quadro D; occorre ,quindi,l’intervento del
Notaio;e b)atto istitutivo con il quale il disponente individua il gestore ed i
beneficiari,la legge da applicare,le regole di funzionamento del trust e la sua
durata:l’atto deve avere la forma scritta ad probationem e quindi avere data certa
anche tramite scambio di corrispondenza dove fa fede il timbro postale con bollo su
piego aperto ai fini della opponibilità per il trust interno.

Le fonti da considerare per ricevere un atto di trust sono:

1. la Convenzione de L’Aja del 1985 entrata in vigore in Italia nel 1992.L’Italia è
un paese non trust:non esiste una legge propria che disciplini il trust ma solo
la possibilità di richiamare la legge di un paese che tale legge invece abbia;

2. la legge scelta per la disciplina del trust, che per i paesi non trust come
l’Italia,sarà necessariamente straniera: la legge inglese o meglio il Trust Act,la
legge di Jersey,la legge di Malta,la legge Neozelandese;

3. la giurisprudenza del paese della legge scelta per la disciplina del trust:nei
paesi di common law o case law vige il principio dello “stare decisis”che
vincola il Giudice alle decisioni di un precedente giurisprudenziale emesso da
un altro Giudice,che diventano così norme;

4. le norme di applicazione necessaria (le norme costituzionali) e quelle di ordine
pubblico internazionale (i diritti fondamentali dell’uomo comunemente accolti
nelle cd “nazioni civili”);

5. per il caso di trust interni-quando il disponente,il trustee ed i beneficiari sono
cittadini italiani ed i beni vincolati si trovano in Italia l’unico elemento di
estraneità è la legge straniera che il disponente sceglie di applicare-, occorre
prendere in considerazione le norme di ordine pubblico interno (norme
inderogabili) cioè le norme imperative,la prima valutazione che va condotta
alla luce delle norme interne è quella della meritevolezza degli interessi;

6. la giurisprudenza interna:in Italia,il Giudice non è vincolato dai precedenti
,essendo lo stesso soggetto solo alla legge, ai sensi del secondo comma
dell’articolo 101 della Costituzione.

Il Trust può essere utilizzato:

a) per la protezione della famiglia di fatto

b) per la protezione della famiglia legittima

c) a tutela della prodigalità di taluno dei figli

d) come composizione di situazione di crisi coniugale

e) a garanzia di prestito obbligazionario

f) per il passaggio generazionale dell’impresa

g) testamentario

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Jobs Act, cosa cambierà per l’imprenditore nei rapporti di lavoro

La Dott. Esmeralda Trogu, referente del network www.consulentiaziendaliditalia.it per la provincia di Oristano, ci illustra cosa cambierà per l’imprenditore con l’approvazione in parlamento del nuovo Jobs Act. Cambiamenti che arriveranno già da Gennaio 2015…

Come accennato ieri Il Jobs Act passa alla Camera senza fiducia e con un giorno di anticipo rispetto al calendario: “approvazione ottenuta con 316 voti a favore, 5 astenuti e 6 contrari, dopo che l’Aula si è espressa su tutti gli emendamenti. La legge delega di Riforma del Lavoro, a Montecitorio in seconda lettura, è stata modificata rispetto al testo uscito dal Senato, dove dovrà tornare per il via libera definitivo (atteso entro il 9 dicembre). Alla Camera è passato il testo uscito dall’accordo di maggioranza, sul quale non sono mancati i dissensi”

Le novità riguardano il capitolo i licenziamenti, articolo 18 e applicazione dei nuovi contratti, ma attenzione ci sono altre modifiche importanti , ad esempio in tema di ammortizzatori sociali. Il testo precedente indicava solo ch: “a tutte le nuove assunzioni sarà applicato il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio, con il dettaglio su reintegro o indennità economica in caso di licenziamento rimandato ai decreto attuativi della delega” ora la legge mette nero su bianco l’eliminazione dell’articolo 18 per i licenziamenti economici: in caso di illegittimo licenziamento per giustificato motivo oggettivo, il dipendente non ha più il diritto al reintegro ma a un indennizzo economico «certo e crescente con l’anzianità di servizio».

Il reintegro resta per i licenziamenti discriminatori e alcune fattispecie di licenziamenti disciplinari. Resta anche il reintegro per i licenziamenti nulli, indipendentemente dalla motivazione per cui sono stati effettuati. La nuova formulazione prevede la necessità di rispettare “termini certi per l’impugnazione del licenziamento”.

Rispetto al testo originario abbiamo una modifica seppur piccola: Il contratto a tempo indeterminato sarà più conveniente rispetto agli altri tipi di contratto in termini di oneri diretti e indiretti ma da “privilegiato” diventa “comune”. Inoltre, par di capire, si mira alla eliminazione di altri contratti oggi esistenti come le collaborazioni a progetto: lo si deduce da una modifica inserita a uno dei commi relativi alla nuova ASPI, in cui è specificato che l’universalizzazione del campo di applicazione comporta l’estensione al contratto di collaborazione “fino al suo superamento“.

Viene prevista l’introduzione di meccanismi standardizzati di concessione della cassa integrazione (semplificando l’attuale iter che richiede l’approvazione ministeriale) e si conferma in vari punti, rafforzandolo, il ruolo dei servizi per l’impiego e della maggior integrazione fra percorsi di studio e lavoro (parte contenuta in appositi capitoli della legge). Un capitolo importante per le aziende riguarda il finanziamento della nuova ASPI, destinato a diventare ammortizzatore sociale universale esteso a categorie oggi non tutelate, il che significa anche più costoso: saranno i decreti attuativi a specificare in che modo aumenteranno i costi per le imprese, PMI in particolare.

Dopo l’approvazione della Camera sarà necessario il passaggio definitivo del Jobs Act in Senato. L’approdo nell’Aula di Palazzo Madama è previsto per il 3-4 dicembre, con approvazione finale entro la metà di dicembre della legge delega. A quel punto, sarà il Governo a dover mettere a punto i decreti attuativi. I più attesi sono, naturalmente, quelli relativi all’introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti.

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Fondi UE per Agricoltura: stanziati 52 mld

Dalla Dott. Esmeralda Trogu, referente del network per la provincia di Oristano, nuove opportunità di fondi a disposizione per le attività legate all’agricoltura.

Approvata la nuova Politica Agricola Comune 2014-2020:

Stanziati 52 miliardi di euro a favore del settore dell’agricoltura: il provvedimento attuativo per la programmazione dei fondi europei nel settore agricolo per i prossimi 7 anni è stato approvato dal Consiglio dei Ministri n. 25. A darne l’annuncio è stato il ministro Maurizio Martina durante la conferenza stampa a margine del CdM e più in particolare, si legge nella nota stampa di Palazzo Chigi, è stata approvata la nuova Politica Agricola Comune 2014-2020, ovvero:

“La nuova PAC: le scelte nazionali – Regolamento (UE) n. 1307/2013″, che consente al ministro delle politiche agricole Maurizio Martina di comunicare all’Unione Europea, entro il termine stabilito del 1 agosto, le scelte nazionali relative all’applicazione della riforma della nuova PAC fino al 2020.

Si tratta di una boccata di ossigeno importante per le imprese agricole. Dei 52 miliardi di euro previsti dalla nuova PA circa 27 sono messi a disposizione del Paese per gli aiuti diretti del I Pilastro (pagamenti diretti), completamente finanziati dall’Europa. Ci sono poi 21 miliardi di euro volti a finanziare le misure del II Pilastro (lo sviluppo rurale), finanziati per metà dai fondi europei e per metà dall’Italia. A queste risorse vanno poi aggiunti i finanziamenti dell’OCM (Organizzazione Comune di Mercato) di circa 4 miliardi di euro. In generale sono previste misure a favore dei giovani imprenditori agricoli, azioni a sostegno delle zone montane finalizzata alla tutela del territorio ed al mantenimento della vitalità dei contesti socio-economici più a rischio, incentivi a favore dei sistemi produttivi maggiormente sostenibili ed una particolare attenzione alle questioni legate al benessere animale.

Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha dichiarato:

«Nei prossimi sette anni abbiamo a disposizione 52 miliardi di euro da investire per il rilancio e il futuro dell’agroalimentare nazionale. Abbiamo fatto scelte non banali come destinare 80 milioni di euro all’anno alle imprese agricole condotte da giovani, con la maggiorazione del 25% degli aiuti diretti per 5 anni. Così come abbiamo deciso che non percepiranno più aiuti soggetti come le banche, le assicurazioni, le società immobiliari e finanziarie. Non è la PAC che avremmo voluto, ma abbiamo lavorato intensamente in questi mesi con le Regioni per trovare una sintesi delle esigenze particolari dei vari territori. Ora i nostri imprenditori agricoli hanno un anno per adeguarsi alla riforma in vista della prima domanda unica che sarà nel 2015».