Jobs Act, cosa cambierà per l’imprenditore nei rapporti di lavoro

La Dott. Esmeralda Trogu, referente del network www.consulentiaziendaliditalia.it per la provincia di Oristano, ci illustra cosa cambierà per l’imprenditore con l’approvazione in parlamento del nuovo Jobs Act. Cambiamenti che arriveranno già da Gennaio 2015…

Come accennato ieri Il Jobs Act passa alla Camera senza fiducia e con un giorno di anticipo rispetto al calendario: “approvazione ottenuta con 316 voti a favore, 5 astenuti e 6 contrari, dopo che l’Aula si è espressa su tutti gli emendamenti. La legge delega di Riforma del Lavoro, a Montecitorio in seconda lettura, è stata modificata rispetto al testo uscito dal Senato, dove dovrà tornare per il via libera definitivo (atteso entro il 9 dicembre). Alla Camera è passato il testo uscito dall’accordo di maggioranza, sul quale non sono mancati i dissensi”

Le novità riguardano il capitolo i licenziamenti, articolo 18 e applicazione dei nuovi contratti, ma attenzione ci sono altre modifiche importanti , ad esempio in tema di ammortizzatori sociali. Il testo precedente indicava solo ch: “a tutte le nuove assunzioni sarà applicato il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio, con il dettaglio su reintegro o indennità economica in caso di licenziamento rimandato ai decreto attuativi della delega” ora la legge mette nero su bianco l’eliminazione dell’articolo 18 per i licenziamenti economici: in caso di illegittimo licenziamento per giustificato motivo oggettivo, il dipendente non ha più il diritto al reintegro ma a un indennizzo economico «certo e crescente con l’anzianità di servizio».

Il reintegro resta per i licenziamenti discriminatori e alcune fattispecie di licenziamenti disciplinari. Resta anche il reintegro per i licenziamenti nulli, indipendentemente dalla motivazione per cui sono stati effettuati. La nuova formulazione prevede la necessità di rispettare “termini certi per l’impugnazione del licenziamento”.

Rispetto al testo originario abbiamo una modifica seppur piccola: Il contratto a tempo indeterminato sarà più conveniente rispetto agli altri tipi di contratto in termini di oneri diretti e indiretti ma da “privilegiato” diventa “comune”. Inoltre, par di capire, si mira alla eliminazione di altri contratti oggi esistenti come le collaborazioni a progetto: lo si deduce da una modifica inserita a uno dei commi relativi alla nuova ASPI, in cui è specificato che l’universalizzazione del campo di applicazione comporta l’estensione al contratto di collaborazione “fino al suo superamento“.

Viene prevista l’introduzione di meccanismi standardizzati di concessione della cassa integrazione (semplificando l’attuale iter che richiede l’approvazione ministeriale) e si conferma in vari punti, rafforzandolo, il ruolo dei servizi per l’impiego e della maggior integrazione fra percorsi di studio e lavoro (parte contenuta in appositi capitoli della legge). Un capitolo importante per le aziende riguarda il finanziamento della nuova ASPI, destinato a diventare ammortizzatore sociale universale esteso a categorie oggi non tutelate, il che significa anche più costoso: saranno i decreti attuativi a specificare in che modo aumenteranno i costi per le imprese, PMI in particolare.

Dopo l’approvazione della Camera sarà necessario il passaggio definitivo del Jobs Act in Senato. L’approdo nell’Aula di Palazzo Madama è previsto per il 3-4 dicembre, con approvazione finale entro la metà di dicembre della legge delega. A quel punto, sarà il Governo a dover mettere a punto i decreti attuativi. I più attesi sono, naturalmente, quelli relativi all’introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti.

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