Opportunità nell’internazionalizzazione in Austria

Spazio dedicato all’ Avv. Vanessa Novelli, referente del network www.consulentiaziendaliditalia.it per la provincia di Ascoli Piceno.

Viviamo in un’epoca in cui per un’impresa italiana soltanto l’internazionalizzazione può essere una modalità di sopravvivenza per avere il guadagno sperato

Quando si parla di internazionalizzazione, si considera anche la possibilità di delocalizzare l’azienda, il che implica una valutazione molto oculata dei costi da sostenere e dei ricavi da ottenere, anche in termini di risparmio fiscale e del costo del lavoro.

Per la scelta del paese si devono anche considerare, oltre agli aspetti legati alla legislazione societaria, del lavoro e fiscale, anche quelli relativi al sistema sociale, politico e culturale\linguistico.

Si può de localizzare creando o una società ad hoc in loco che in genere è una joint venture con socio di maggioranza del loco o una succursale che quindi sarà sottoposta alle direttive della casa madre o un ufficio di rappresentanza con attività limitata a pura rappresentanza.

Internazionalizzare può, però, significare anche semplicemente vendere i propri prodotti o servizi all’estero. In tale ultimo caso, prima ancora di scegliere il paese per la ricerca di un mercato ottimale di vendita, sarebbe utile che l’imprenditore facesse un controllo completo delle aree macro della sua impresa (amministrazione, commerciale, produzione, ricerca e sviluppo, spedizioni, approvvigionamento) per verificare quali sono i suoi punti di forza e quali quelli di debolezza (es. politica dei

prezzi, rapporto qualità \ prezzo , qualità del prodotto o servizio fornito, situazione finanziaria con fornitori e banche, turnover del pagamento da parte dei clienti).

Questo tipo di approccio iniziale serve per intervenire su aree cd deboli che necessitano di soluzioni preventive in modo da approcciare serenamente mercati nuovi.

Dopo questa iniziale operazione cd interna è possibile considerare la possibilità di vendere all’estero.

Il primo consiglio che è opportuno dare ,prima di scegliere il mercato di riferimento, è conoscere il sistema sociale, politico e culturale del paese di riferimento per verificarne la stabilità politica e la democraticità ma anche gli usi e costumi di riferimento e, secondariamente, la legislazione fiscale e di diritto commerciale e societario per sapere l’entità dei costi da sostenere anche in termini di tasse e se anche in Italia, in caso di residenza fiscale della sede all’estero in caso di riporto degli utili societari maturati in capo al socio, persona fisica, residente fiscalmente in Italia ovvero vi siano Convenzioni sul divieto della doppia imposizione fiscale.

Nel caso di vendita all’estero e scelto il mercato estero di riferimento, occorre conoscere l’esistenza o meno di norme restrittive vigenti nello stato relativamente al prodotto (es. alimento:vi sono leggi sull’igiene e sicurezza alimentare da rispettare?) e poi scegliere come affrontare il mercato: attraverso l’agenzia o la distribuzione, la vendita o il franchising?

Selezionato il contratto, bisogna definirne le clausole insieme alla controparte
(infatti, oltre alle norme inderogabili, vi sono anche norme derogabili dalle parti che
permettono loro di costituire lo strumento giuridico contrattuale più adatto alle loro
esigenze reciproche).

Se provassimo a focalizzarci su di un paese potremmo optare per l’Austria
(continua)
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