Imprese, il percorso per uscire dalla crisi

Uscire dalla crisi di impresa è davvero possibile anche e soprattutto in una fase molto delicata e preoccupante come nell’attuale congiuntura. D’altra parte deve essere convenuto che abbandonarsi all’inerzia nell’attesa di un improbabile aiuto esterno all’impresa, in assenza di un’adeguata e professionale strategia di ristrutturazione aziendale, non può che peggiorare la situazione e condurre all’uscita dal mercato ed alla conseguente estinzione dell’attività produttiva.

Seguendo un percorso logico ed in armonia con corrette dinamiche aziendali l’impresa in crisi di liquidità, che conseguentemente necessita di un rilancio dell’offerta della propria produzione di beni e/o servizi, può uscire dallo stato di “incaglio economico-finanziario” ricorrendo alle strategie di seguito descritte in estrema sintesi:

1) Mettere in discussione ed analizzare ogni aspetto strutturale ed organizzativo dell’azienda mediante un efficace strumento di controllo della gestione quale il “cruscotto di controllo” al fine di comprendere appieno le strategie di cambiamento da porre in essere nella gestione al fine di superare la crisi di impresa. Capire bene quindi dove intervenire con decisione prima di procedere con il successivo intervento qui descritto al punto 2 in modo da procedere con un efficace risanamento dell’aspetto finanziario dell’impresa dopo aver ben compreso i punti di effettiva debolezza (ma anche di forza) della struttura economica, finanziaria ed organizzativa dell’impresa in crisi di liquidità;

2) Procedere alla ristrutturazione dei debiti aziendali mediante gli strumenti previsti dal legislatore o in via “stragiudiziale” al fine di perfezionare un nuovo “patto” con il ceto creditorio dell’impresa (soprattutto con quello bancario) che possa apprezzare e condividere le “nuove” linee strategiche adottate dall’impresa proponente. Si ricorda che l’attuale legislazione in materia di procedure concorsuali tutela il “nucleo aziendale” piuttosto che l’interesse dei creditori. (Ovviamente, nel caso in cui la crisi sia talmente grave ed irreversibile è necessario a quel punto “saltare” la fase 1 descritta in precedenza e ricorrere immediatamente alle procedure concorsuali quali il concordato preventivo e la richiesta di fallimento in proprio quale strategia di risoluzione della crisi di impresa);

3) Adottare un strategia di ricerca di nuova clientela mediante l’utilizzo di una strategia di marketing vincente quale il Web Marketing. A tale scopo si ricorda che a seguito dei cambianti introdotti dalla tecnologia e della mutate attitudini da parte del pubblico dei consumatori, la ricerca di informazioni spinge gli stessi ad utilizzare internet quotidianamente non per comprare prodotti, ma per acquisire nuove conoscenze o per unirsi e condividere passioni sportive, professionali, personali di vario genere, etc. ,caratterizzando sempre più la propri presenza in variegate “tribù” ( o nicchie di mercato). L’offerta selezionata e programmata di contenuti informativi gestiti con serietà professionale sul web da non può che suscitare in prima battuta interesse nella clientela potenziale per poi trasformarsi in fiducia acquisita nell’impresa, con logica conseguenza di contatti commerciale che ove gestiti con accuratezza professionale garantiranno all’azienda numerosa, nuova e soddisfatta clientela che alimenterà il passaparola positivo sul web stesso a beneficio di ulteriori contatti.

4) Predisporre un piano per la internazionalizzazione dell’impresa (anche di modesta dimensione), al fine di diversificare geograficamente la propria clientela e sfruttare pienamente le grandi potenzialità offerte dal mercato globalizzato. Le piccole imprese possono programmare questa attività anche in modo graduale e con un budget di spesa di modesta entità purché mirato a penetrare nel mercato di interesse.