Il Cliente Rossi presenta questa situazione:
Incagli con il ceto bancario 800.000 euro
Debiti verso fornitori arretrati da definire 150.000 euro

Totale debito da ristrutturare 950.000 euro

Dall’analisi dei dati emerge quanto segue:

a) attualmente l’azienda produce abitualmente un flusso di cash flow sufficiente a sopportare il rimborso rateale di gran parte del debito pregresso;

b) le banche hanno promosso delle azioni esecutive sia su beni immobili dell’azienda sia su beni immobili personali che hanno un valore di molto superiore al debito;

c) da un primo colloquio con gli Istituti di credito è emersa la loro volontà di proseguire nell’esecuzione senza concedere dilazioni o sconti di capitale;

d) il nostro esperto di computisteria bancaria dall’analisi degli estratti conti forniti dal cliente evidenzia che le banche hanno applicato interessi ultralegali ed anatocistici (ti anticipiamo che quasi tutti i rapporti dopo la sentenza n° 24418 del 02 Dicembre 2010, in epoca antecedente al 2000 presentano questa patologia) per un importo di circa 600.000,00.

Dopo il consulto del nostro staff abbiamo deciso il seguente piano:

1) nomina di un perito di parte per la stima dei beni immobili esecutati con contestuale valutazione di possibili frazionamenti. Ciò al fine di poter individuare dei beni, da offrire in esecuzione, che abbiano un valore pari al debito liberando così tutti gli altri immobili;

2) Istanza al Giudice delle Esecuzioni per richiedere la riduzione della garanzia e liberare così dei la grande maggioranza dei beni immobili;

3) Contestuale citazione delle banche in Tribunale (era prima dell’entrata della normativa sulla mediazione) per il rimborso degli interessi ultralegali ed anatocistici;

4) Avvio di una trattativa stragiudiziale con le banche, che questa volta si sono sedute al tavolo con un altro approccio, avente come obiettivo:

a. Lo stralcio di una consistente parte del debito a compensazione della rinuncia, da parte del cliente, all’azione legale per interessi ultralegali ed anatocistici;

b. La rateizzazione a dieci anni della parte residua offrendo a garanzia un bene immobile dello stesso valore del debito rateizzato;

5) Accordo stragiudiziale con i fornitori. Sono stati divisi in due categorie: quelli da cui il cliente non dovrà più approvvigionarsi, che ammontano a circa 60.000 Euro; e quelli che invece sono attuali fornitori che sono circa 90.000 Euro. Ai primi è stato offerta una rateizzazione cambiaria pari al 70% del debito a 24 mesi. Ai secondi invece si è offerto a fronte di una rateizzazione, senza rilascio di titoli di credito, del 100% del vecchio debito, il pagamento in contanti delle nuove forniture.

6) Il piano marketing, il piano industriale ed il Business Plan presentato alle banche e ai fornitori dimostra che il cash flow prodotto in futuro dall’azienda è ampiamente capiente per coprire il fabbisogno di cassa per il rimborso rateale di tutti i debiti.

Le trattative sono andate a buon fine e la banca ha emesso le delibere con cui concedeva uno stralcio del debito e la rateizzazione del rimanente parte a fronte della rinuncia da parte del cliente dell’azione giudiziaria di rimborso di interessi ultralegali. Con il 80% dei fornitori è stato raggiunto l’accordo così come proposto dal nostro piano.

Per un debito di 950.000 euro sulla base di una ristrutturazione di 6 mesi, il costo sarebbe di 14.210 euro (pari all’1,5% del debito da ristrutturare) per ricevere il piano di ristrutturazione con gli obiettivi da raggiungere, corredato da piano industriale, piano marketing e business plan dove passo passo vengono indicate tutte le azioni, anche legali, che necessitano per giungere alla definizione dei debiti.

A risanamento avvenuto si dovrà versare il restante 1,5% per una somma di 14.210 euro (pagando così 3% del Debiti Totali). Se invece dovessero essere raggiunti dei risultati parziali il costo sarà proporzionato all’importo dei debiti risanati.